MOVING STORIES
Moving Stories
Moving Stories è un progetto produttivo biennale (2010/11) del valore complessivo di € 350.000,00 sostenuto al 50% dall’Unione Europea per mezzo del Programma Culture 2000.
Al progetto partecipano sei Paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia); ciascun Paese è rappresentato da un partner individuato come elemento di eccellenza – per l’Italia INVIDEO - che si impegna a produrre un’opera originale; tutte e sei le opere verranno presentate in anteprima nazionale in ciascuno dei paesi coinvolti.
Il tema unificante, il punto di partenza delle diverse produzioni sono i nuovi modelli narrativi delle arti digitali.
I soggetti coinvolti sono:
• OK Center for Contemporary Art, Linz (Austria)
• Contour che organizza la Biennale d’arte di Mechelen (Belgio)
• Vidéoformes Art vidéo & cultures numériques, Clermont-Ferrand (Francia)
• EMAF, Osnabruch (Germania)
• INVIDEO, Milano (Italia)
• WRO Art Center, Wroclav (Polonia)
Ciascuno di loro ha proposto e sta curando la produzione di un artista, o di un gruppo di artisti di fama internazionale che realizzerà un’opera appositamente concepita per Moving Stories e destinata ad essere esposta in tutti e sei i Paesi coinvolti.
I sei artisti esploreranno innovative strategie narrative che riguardano le immagini in movimento, ognuno nel suo personale stile. Ne risulteranno sei nuove opere d’arte, monocanale o installazioni, tutte variazioni su un singolo tema e permeate di grande maturità sia di forma che di contenuto, che verranno presentate in ognuno dei sei paesi coinvolti.
Dalla sua nascita negli anni sessanta molte cose sono cambiate e la videoarte ha assunto una propria identità acquisendo consapevolezza di sé.
Il termine video arte non è perciò più adatto; adesso è preferibile utilizzare l’espressione arte in movimento o, usando un vocabolo ancora più ampio, arte digitale. Ciò non implica che essa abbia raggiunto lo status di arte autonoma, e forse non lo farà mai, ed è anche possibile che tutte le altre arti stiano perdendo la propria autonomia. Dopotutto non ci sono più confini netti tra le varie arti. Le arti digitali sembrano essere diventate il medium per eccellenza perché combinano molte arti diverse (fotografia, pittura, arte tridimensionale, cinema, fiction, documentario, musica, performance di danza o teatrali, ecc…) assorbendone caratteristiche fondamentali e a loro volta cedendone a loro.
Grazie a tutte queste connessioni l’ arte digitale entra a far parte della storia delle arti; nonostante essa sia sempre stata considerata un’arte di rottura appare oggi come l’inizio di una nuova era.
• BELGIO: Contour, Biennale d’arte di Mechelen, 27/08/2011 – 30/10/2011
Contour Mechelen è un'organizzazione specializzata nelle arti dell'immagine in movimento. Il suo scopo è di promuovere la creazione e le mostre di videoarte. Contour ha sede a Mechelen, in Belgio. Ogni due anni Contour Mechelen organizza la Biennale dell’Immagine in Movimento che offre una piattaforma per curatori e artisti che lavorano con differenti forme di immagine in movimento, dal film al video fino all'installazione. La Biennale stimola inoltre un dialogo tra arte contemporanea e architettura nella città di Mechelen. Per ulteriori informazioni vedere: www.contourmechelen.be
Untitled di Nicolas Provost
Nicolas Provost è un regista e artista visivo che vive e lavora a Bruxelles. Le sue opere sono trasmesse, proiettate, ed esposte in tutto il mondo, sia in piattaforme di arte visiva sia in festival cinematografici, e ha ottenuto una lunga lista di premi e partecipazioni a prestigiosi festival. Il suo lavoro è una riflessione sulla grammatica del cinema e sul rapporto tra arte visiva ed esperienza cinematografica.
Il lavoro inizia con un dialogo fuori campo tra una giovane coppia, pronta a imbarcarsi in un'avventura romantica. Che cosa accadrà in seguito? Prevost ci racconterà la loro storia utilizzando nient’altro che filmati di repertorio, riprese esterne di un Boeing in volo verso il tramonto.
Clicca qui per vedere l'intervista di Nicolas Provost
• AUSTRIA: OK Center for Contemporary Art OK Center for Contemporary Art,
Fondato negli anni ottanta e finanziato dagli enti pubblici austriaci, è un laboratorio sperimentale per l’esplorazione dell’arte. Funge da spazio espositivo, casa di produzione e promozione per gli artisti che si occupano di arte contemporanea. www.ok-centrum.at
Cluster di Rainer Gamsjäger
Gamsjäger, nato nel 1974 in Austria, si occupa prevalentemente di videoinstallazioni, intese non come sequenze di immagini ma come spazi tridimensionali.
Le immagini paesaggistiche da cui parte il suo lavoro vengono elaborate con software creati dallo stesso artista. Partendo dall’idea di spazio digitale formato dal video, la sequenza lineare può essere ristrutturata totalmente con la computer grafica, creando distorsioni irritanti ma al tempo stesso conturbanti.
La videoinstallazione di Rainer Gamsjäger rappresenta una natura morta in cui la profondità dello spazio è falsata. Lo spettatore è costretto a dover modificare la propria visione dell’ambiente naturale; la spazialità sembra fuori uso poiché l’artista disturba abilmente le abitudini visive e di percezione del fruitore; diventa impossibile capire cosa si trovi in primo piano e cosa sulla linea dell’orizzonte e si ha la sensazione che lo scorrere del tempo sia falsato.
Lo straniamento che ne consegue, viene sopperito dalla maestosità dell’opera.
Clicca qui per vedere l'intervista di Rainer Gamsjäger
• FRANCIA: Vidéoformes Art vidéo & cultures numériques, Clermont Ferrand, 16/03/2011 – 03/04/2011
Dal 1986 VIDEOFORMES organizza ogni anno un festival internazionale di videoarte e nuove arti media. Questo evento evidenzia la qualità delle opere e degli artisti presentati al Festival attraverso mostre, conferenze, proiezioni, dibattiti e incontri. Artisti famosi e giovani promesse si confrontano su video installazioni, filmati cinematografici e video, performance, Web Art, performance live video e musicali (V-Jaying, D-Jaying), etc.
Oltre al festival VIDEOFORMES gestisce una galleria alternativa (Galerie de l’art du temps, 1993>), e una rivista trimestrale sull’arte contemporanea e le nuove tecnologie (Turbulences Vidéo,1993>).
VIDEOFORMES porta avanti una politica di artisti-in-residenza ed è coinvolta in un progetto europeo finanziato dalla Comunità Europea.
VIDEOFORMES si sta occupando dello sviluppo di Digital Video Archives, una delle più importanti collezioni di arti elettroniche, messa insieme in oltre vent’anni. Questa collezione è attualmente aperta al pubblico grazie ad un agile database.Per ulteriori informazioni vedere: www.videoformes-fest.com
Under the Centipede Sun di Mihai Grecu
Mihai Grecu nasce in Romani a nel 1981. Dopo aver studiato design in Romania e in Francia ha continuato la sua ricerca artistica presso le Fresnoy Studio National des Arts Contemporains. La sua ricerca sulle origini del subconscio e del “misterioso” si manifesta in temi ricorrenti quali l’ambiente, l’acqua, la vita cittadina e la guerra. Questi viaggi visivi e poetici si concretizzano nella commistione di tecniche e stili differenti e possono essere intesi come una proposta per un nuova tecnologia “onirica”.
Il suo lavoro ha partecipato a numerosi festival (Locarno, Rotterdam, Festival of New Cinema in Montreal, Videoformes, INVIDEO) e mostre ("Dans la nuit, des images" alGrand Palais, "Labyrinth of my mind" a Le Cube, "Studio" alla galleria "Les Filles du Calvaire", etc).
Ritratto della terra di nessuno arida e sterile, contiene le tracce di una guerra invisibile.
Fresca nella memoria del luogo, questa guerra sconosciuta è un demone del passato che ha lasciato il segno creando sculture post-distruzione. Non ci sono combattenti umani, solo macchine; alcuni giacciono morti come una cicatrice nel paesaggio e altri sono catturati in una misteriosa coreografia.
La rappresentazione teatrale della post-distuzione si svolge in un ambiente alieno, bellissimo e desolato: montagne, deserti, laghi giacciono nell’infinito. E subisco l’oltraggio del fuoco distruttore, vengono lasciati con cicatrici, mutilazioni e danni: la geografia del territorio cambia e si connota come topografia post-traumatica.
Clicca qui per vedere l'intervista di Mihai Grecu
• GERMANIA: EMAF, Osnabrück, 27/04/2011 – 29/05/2011
EMAF è uno dei più influenti forum internazionali di Media Art. L’appuntamento annuale a Osnabrűck si configura come punto di ritrovo di artisti, curatori, galleristi e un pubblico di specialisti. Il festival, che offre ai visitatori una panoramica aggiornata della situazione delle arti mediali ha un forte impatto estetico e concettuale sul settore. www.emaf.de The Character di Candice Breitz
Candice Breitz è nata a Johannesburg nel 1972, da anni vive e lavora a Berlino dove insegna Belle Arti alla Braunschweig University of Art. Protagonista dell’arte contemporanea degli ultimi anni, ha tracciato un percorso personale attraverso le pieghe del sistema di produzione del cinema di Hollywood, utilizzando film americani e immagini della musica pop contemporanea come base per instaurare un rapporto con il fruitore dell’opera d’arte, nell’ottica delle dinamiche di coinvolgimento e attivazione del ruolo dello spettatore. I suoi lavori sono stati presentati in numerosi e prestigiosi musei del mondo.
A quindici bambini (tra gli 11 e I 16 anni) della Gundecha Education Academy (una scuola nella periferia di Mumbai) è stato chiesto di guardare ognuno un film diverso di Bollywood che ritragga in modo rilevante un bambino. Durante le riprese successive, ognuno dei quindici partecipanti è stato intervistato separatamente e ad ognuno di loro è stato chiesto di descrivere le caratteristiche del personaggio del film che avevano guardato. Nel descrivere quindici bambini cinematografici i quindici bambini reali offrono una panoramica di visioni della figura infantile nel cinema indiano.
• ITALIA: INVIDEO, Biella, 13/07/2011 - 17/07/2011
INVIDEO by aiace dal 1990 organizza ogni anno una grande Mostra Internazionale dedicata alle opere di ricerca e sperimentazione. La Mostra, oltre ad un programma densissimo di opere e di anteprime offre al pubblico l’occasione di incontrare gli autori più prestigiosi e di conoscere le realtà creative e produttive europee più importanti a livello internazionale.
Ma INVIDEO non è solo Mostra; fin dall’inizio si basa su un’idea forte…dotare Milano di un archivio permanente delle arti elettroniche, un archivio che ad oggi dispone di centinaia e centinaia di opere, è costantemente arricchito ed aggiornato ed è ormai il più importante di questo settore in Italia.
L’archivio di INVIDEO è consultabile alla Fabbrica del Vapore sia negli spazi propri dell’Associazione che al DOCVA (Documentation Centre for Visual Arts), il centro di documentazione comune di INVIDEO, Consorzio C/O careof – VIAFARINI e Show Biz. www.mostrainvideo.com
Guardare se stessi guardarsi di Masbedo
MASBEDO è un nome che unisce i segmenti dei cognomi dei componenti del duo: Nicolò Massazza (Milano 1973) - Iacopo Bedogni (Sarzana 1970), che vivono e lavorano a Milano. Dall’inizio attraversano un percorso artistico multidisciplinare etrasversale che li vede partecipi in differenti collaborazioni artistiche con scrittori, attori di cinema, attori di teatro sperimentale e teatro danza. Sono presenti nelle collezioni più prestigiose europee e i loro lavori video si trovano in collezioni di musei italiani e internazionali. Dal 2000 iniziano un’intensa attività espositiva in gallerie internazionali, musei e film festival.
Video audio installazione in doppia proiezione frontale, più di ogni altro lavoro prodotto dai Masbedo negli ultimi anni, vive su una stretta relazione tra il suono e l’immagine. Su uno schermo una serie di riprese (larghe e strette) di un pianoforte verticale abbandonato in un corridoio di cemento, il pianoforte viene colpito da colpi di fucile sia sulla tastiera sia sulle corde d’acciaio emettendo una melodia di suoni strazianti, una melodia che nasce dai colpi partiti da colpi di fucile, una melodia generata dalla violenza dell’impatto, dalla rottura dei tasti, dalle corde dilaniate, dal legno distrutto; sull’altro due mani femminili provano a comporre una melodia malinconica con quello che rimane del pianoforte. Il lavoro prende spunto da una teoria esistenziale che unisce in una simbiosi artistica l’aggressività con la malinconia.
Con questo progetto si vuole creare una relazione tra il suono e l’immagine, quello che ci colpisce è da un lato la melodia amara e aggressiva degli spari sul pianoforte e dall’altro l’intensità, la speranza dell’Uomo che cerca “da quello che resta” di comporre un qualcosa di vivo e umano.
Il video è girato in alta definizione e l’intero audio registrato in presa diretta.
Clicca qui per vedere l'intervista dei Masbedo
• POLONIA: WRO Art Center, Wroclaw, 10/05/2011 – 18/09/2011
Nato dall’esperienza e dall’attività del WRO Center for Media Art Foundation, l’unica organizzazione indipendente polacca specializzata in arte contemporanea, media e tecnologie, dal 1989 organizza WRO – International Media Art Biennale. Il WRO Art Center ospita regolarmente mostre e manifestazioni legate al mondo dell’arte contemporanea che presentano gli sviluppi degli strumenti e dei mezzi di comunicazione. www.wrocenter.pl
Oceanus di Paweł Janicki
Paweł Janicki (1974) è un media artist indipendente che lavora nel campo delle arti multimediali. È ideatore di sistemi audiovisivi interattivi, installazioni e performance nonché di software e interfacce atte alla creazione di nuovi prodotti videoartistici. Il suo lavoro come autore di colonne sonore interattive per la radio, la televisione e i media interattivi è stato presentato in molteplici iniziative europee. I suoi progetti sono stati presentati a molteplici festival dediti all’arte contemporanea.
Oceanus è un’installazione interattiva che consente al fruitore di creare una storia personalizzata, basata su scenari diversi, grazie ad un software creato appositamente dall’artista.
L’idea per l’installazione si ispira alla Navigatio Sancti Brandani, scritta nel 10° secolo, in cui si narrano le peregrinazioni marittime di San Brandano e offre vari spunti metaforici dovuti alla molteplicità di interpretazione del tema “navigazione”.
La mescolanza di forme tipiche della narrazione lineare e di forme atipiche della narrazione interattiva si innestano su strutture modificabili, alterabili da scelte che generano nuovi processi narrativi.
Costituita da un touch-screen di grosse dimensioni, posizionato al centro dello spazio, che consente di selezionare le interfacce e gli oggetti interattivi e da uno schermo verticale sul quale gli spettatori possono seguire l’esito delle scelte narrative effettuate.
Le grandi dimensioni degli schermi permettono la fruizione contemporanea di più utenti e l’interazione degli stessi.
Clicca qui per vedere l'intevista di Paweł Janicki
Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea.
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