TECHNE II
II EDIZIONE
TRA ARTE E TECNOLOGIA
VIAGGIO NEL MONDO DELL'INTERATTIVITÀ
30 ottobre 2002 - 2 febbraio 2003
Vent’anni fa il pubblico dubitava del valore artistico della videoarte perché questa rimescolava, rimetteva in questione i valori codificati dell’immagine. La stessa cosa era successa in tempi precedenti per il cinema e, prima ancora per la fotografia. Poi, un po’ alla volta, ciascuno di questi modi di espressione ha raggiunto lo status di “arte”, o almeno si è avviata lungo questo percorso. Ancora oggi vi è chi considera il cinema un’arte “minore”. Peggio per lui!
E tuttavia ciascuna espressione artistica definisce gli ambiti della precedente e crea i presupposti per il suo superamento.
Dopo il rimescolamento dei codici, le contaminazioni e le sovrapposizioni generate dalla videoarte, l’inevitabile frontiera successiva della ricerca artistica era costituita dalla rottura della bidimensionalità dell’immagine, dall’uscita dai limiti dello schermo. E ciò è puntualmente accaduto: prima, con le istallazioni video che circondavano lo spettatore inserendolo nel loro spazio tridimensionale; poi, grazie all’interattività informatica, con le installazioni interattive che hanno reso il fruitore dell’opera parte indispensabile dell’opera stessa.
Questo è, in estrema sintesi, il percorso che ci ha portato da INVIDEO, Mostra Internazionale di Video d’Arte e Ricerca, alla prima edizione di TECHNE, e oggi a TECHNE 02.
La prima TECHNE (novembre 99/febbraio 2000) era una panoramica a volo d’uccello tra classici della videoinstallazione ospitati stabilmente nei musei americani, videoinstallazioni interattive e installazioni interattive. Insomma un’antologia che spaziava nel tempo, nello mondo e tra i generi per presentare al pubblico milanese, per la prima volta, un ampio ventaglio di proposte di un modo di fare arte che andava oltre i canoni consueti
TECHNE 02 invece è qualcosa di molto più compatto: solo opere interattive, solo opere italiane. Alcune (quattro) sono state scelte per “chiamata nominale” dei singoli artisti, altre (tre) sono state scelte attraverso un concorso nazionale. Sette opere in tutto: il massimo consentito senza modificare i locali che compongono lo spazio espositivo di Oberdan e, soprattutto, il massimo consentito dal budget di cui disponiamo. Ma non è detta l’ultima parola: l’inaugurazione della mostra è ancora lontana (30 ottobre).
Sette opere interattive italiane, dicevo. Vorrei spiegare queste due scelte.
Opere interattive perché abbiamo ritenuto che, una volta aperta la strada con la prima edizione antologica di TECHNE, una volta rotto il ghiaccio col pubblico che ha dimostrato di capire e apprezzare (oltre 15.000 presenze in tre mesi) fosse giunto il momento dell’approfondimento tematico privilegiando un solo settore, quello che rappresenta oggi la frontiera più avanzata. E quindi la scelta dell’interattività era in qualche modo obbligata.
Italiane perché sette opere dal mondo sarebbero state quantomeno dispersive o, peggio, disorganiche, mentre sette opere tutte provenienti dal nostro Paese possono rappresentare validamente lo stato attuale di un’arte, per nuova che sia. Un esempio significativo, un capitolo al quale seguiranno, ci auguriamo, altri capitoli, ma che ha già una sua compiutezza. E che come tale, nelle nostre intenzioni potrà essere accolto con interesse in un’auspicabile tourné nei musei d’arte contemporanea del mondo.
Romano Fattorossi
La mostra TECHNE 02: tra arte e tecnologia - Viaggio nel mondo dell'interattività ha seguito, a circa due anni di distanza, TECHNE. Il suo intento è quello di dare continuità alla documentazione delle forme d'arte interattiva in Italia. La tecnologia nel campo dell'arte esercita il suo mandato investendo in due contemporaneità della condizione umana: l'interattività sociale diffusa e la trasformazione dell'opera d'arte in qualcosa che va oltre se stessa, portando l'espressione verso altri oggetti. Ed è nel campo della comunicazione, su questioni di metamorfosi dell'espressione e di percezione totale degli stimoli sensoriali, che TECHNE 02 continua a perseverare.
Inedite tutte le installazioni esposte, appositamente concepite per la mostra stessa, a tema libero e realizzate con qualsiasi tipo di tecnologia. Accanto a lavori di artisti chiamati individualmente (Studio Azzurro, Mario Canali, Ennio Bertrand e Piero Gilardi), opere di altri tre autori (Nicola Toffolini, Limiteazero e Makrida) scelti da una giuria qualificata fra le oltre quaranta risposte al bando di concorso. Due i momenti cruciali in questa rassegna: una ricerca sul campo di nuove realtà espressive, provenienti dal lavoro del concorso indetto da TECHNE 02, e una sezione di quattro artisti o gruppi artistici tra i più impegnati sul fronte elettronico.
OPERE
Mario Canali, con la collaborazione di Elio Massironi Scribble Test | |
Una persona si siede, impugna la penna digitale e traccia sullo schermo uno scarabocchio. Il computer analizza il segno e in base al sistema interpretativo lo restituisce sotto forma di musica, colore, frammenti video di azioni sceniche. Una stampante infine emette il profilo psicologico del fruitore. Lo scarabocchio ha la duplice funzione di test e nel contempo di mezzo per far procedere la conoscenza interiore basandola su un'evidenza. |
Ennio Bertrand LipstickJoystick | |
L'installazione mostra in modo interattivo alcune decine di brevi video che provengono da trasmissioni televisive. I protagonisti dei filmati sono personaggi dei cartoni animati visti nel momento in cui si affrontano sfidando le regole della indeformabilità dei corpi o della semplice sopravvivenza alle cadute. All'osservatore è richiesta la partecipazione diretta con il corpo per ridare vita alle azioni dei personaggi |
Piero Gilardi Shared Emotion | |
Composta da un vano cilindrico delimitato da tende nere, una consolle e due poltrone, l'installazione accoglie una coppia di spettatori/performers e, attraverso un'interfaccia ed un pad sensibile alla pressione della dita, ne contatta le aree emozionali |
Studio Azzurro Tamburi a sud | |
Tre grandi membrane, al tocco della mano, reagiscono come tamburi, emettendo suoni e modificando le immagini proiettate sulla loro superficie. Come un tam-tam, l'eco di questi tamburi si prolunga sino allo spazio immateriale della rete con l'invio ad una serie di indirizzi e-mail dei piccoli e simbolici oggetti trattenuti dalle mani proiettate |
Nicola Toffolini Naturale che piove: fare il bello ed il cattivo tempo | |
L'installazione nasce dalla commistione tra interazione e natura. Nella costituzione di un ambiente sospeso ciò che si trova messo in gioco è il limite tra una dimensione supposta esterna, quella naturale appunto, e una dimensione prettamente umana, quella dell'invenzione tecnologica. Lo spazio della teca, nella quale cresce un giacinto d'acqua, definisce una natura che, vedendo garantite le proprie condizioni di vita dal funzionamento di un complesso apparato tecnico, prende forma unicamente dallo snaturamento della natura stessa. |
Limiteazero Ordine&Caos | |
Il software Carnivore, installato su un server, monitorizza il flusso di informazioni della rete dello Spazio Oberdan, rappresentando visivamente e dando fisicità agli indirizzi IP connessi. I numeri IP vengono messi in relazione con un sistema di interazione fisica che permette al pubblico di intervenire sul loro flusso. Due piani incompatibili si sovrappongono: la dimensione fisica e la dimensione digitale. |
Makrida Longitudini di uno sguardo | |
Tramite questa videoinstallazione allo spettatore è offerta la possibilità di determinare la definizione e la messa a fuoco delle immagini presenti su due schermi posti al termine di un percorso, allontanandosi o avvicinandosi ad essi. Non sempre alla vicinanza corrisponde una maggiore visibilità: ciò che sembra, non è, ciò che risulta essere, non pareva. |
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Mostra ideata e organizzata da Aiace-Invideo in collaborazione con: A+G e Arting Consultant e promossa da: Provincia di Milano - Settore cultura | Curatore: Romano Fattorossi | Giuria del concorso: Amnon Barzel, Antonio Caronia, Anna Detheridge, Romano Fattorossi, Marco Meneguzzo, Hidetoshi Nagasawa, Vero Pizzigoni | Progetto di allestimento e Graphic Design: A+G Achilli Ghizzardi Associati| Consulenza per le tecnologie: Gianfranco Gabrielli | Consulenza per la promozione: Alessandro Bonfanti, Balthazar Pagani | Traduzioni in inglese: Patricia Hampton, John Young | Fotografie: Maurizio Pratesi | Segreteria: Daniele Buggio, Valentina Di Prisco, Fabrizio Schirano |Ufficio stampa: Silvia Pacciarini | Catalogo a cura di: Gabriele Perretta | Allestimento: Tosetto Allestimenti, Jesolo