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TECHNE I

   
T e c h n e
         

I EDIZIONE

TRA ARTE E TECNOLOGIA

VIAGGIO NEL MONDO DELLE VIDEOINSTALLAZIONI

19 novembre 1999 - 27 febbraio 2000

La mostra TECHNE - da un'idea di Massimo Cecconi, Romano Fattorossi, Ludovica Fonda e Giuseppe Manzoni - nasce con l'intento di esplorare le nuove forme di connubio tra arte e tecnica. "Un legame", secondo le parole di Gianni Verga, Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali della Provincia di Milano, "sotterraneo, anche conflittuale, ma ricco e significativo" che ci apre oggi nuovi scenari, quelli dell'arte "delle 'situazioni', delle installazioni, l'arte che invita lo spettatore a uscire dalla pura contemplazione, a entrare nell'esperienza dell'opera e del processo di costruzione del senso", l'arte che "ha scelto di usare anche le tecniche più moderne, da quelle ormai acquisite come il video a quelle più sofisticate come il computer, Internet, la sensoristica biomedica".

OPERE

Robert Cahen Paysages - passage

Diciotto schermi televisivi disposti lungo una doppia curva, che ricorda una rotaia evanescente o un fiume scandito dai contenitori trasparenti e dai tavoli leggeri che sostengono il monitor, sui quali "passano" paesaggi. Non solo perché trascorrono sugli schermi davanti ai nostri occhi, in un flusso di variazioni e di ripetizioni che catturano come un mantra, ma anche perché l'oscilloscopio li trasforma, li deforma, li sottrae alla forma familiare del viaggio e ne fa paesaggi della memoria, inquietanti sfide percettive.

Mario Canali E.mX

L'utente/spettatore è invitato ad esplorare, toccare, accarezzare l'aria. La sensazione di manipolare il nulla è però illusoria: lo spazio leggerà il sensore di posizione sulla mano e reagirà, come un corpo virtuale immateriale, con luci e voci, esprimendo piacere o fastidio, divertimento o tristezza. Se le sensibilità dell'uomo e della macchina si incontreranno, le voci si muteranno in vocalizzi, sospiri, grida: un'erotica del vuoto, una poesia dell'indicibile.

Piero Gilardi Pulsazioni  

Fossili sintetici che vengono forse da un remoto futuro si sintonizzano sul nostro battito cardiaco e danzano una danza incerta e discreta, vibrando e saltellando. Sette rocce distribuite su un tappeto rosso, una console, un sedile. Un auricolare registra la frequenza cardiaca del visitatore, un pulsante la trasmette alle rocce e amplifica il pulsare del cuore. L'ambiente si anima, si fa vivente in qualche modo, risponde ai ritmi del nostro corpo e si trasforma con esso.

Studio Azzurro Frammenti di una battaglia

Fedeli all'idea che la tecnologia elettronica non segni un distacco secco dell'uomo dall'esperienza della natura e alla costruzione di una dimensione "narrativa" affidata alla ricostruzione e all'elaborazione dello spettatore/partecipante, Studio Azzurro propone un'installazione interattiva ispirata al quadro "La Battaglia di S. Romano" di Paolo Uccello. I buchi scavati nella terra da cui affiorano, attirati dalle voci e dai rumori dei visitatori, corpi immateriali, sono il luogo di un transfert percettivo che innesca emozioni, narrazioni, e una lacerante comprensione dell'insensatezza della guerra.

Steina Vasulka Machine Vision

Otto telecamere, ognuna con i suoi effetti, e i dispositivi meccanici come la sfera riflettente che ruota, ristrutturano lo spazio e lo restituiscono sui monitor scomposto, analizzato, agito. Lo spaesamento percettivo a cui è sottoposto lo spettatore rivela l'assurdità del punto di vista unico, della pretesa dello sguardo di abbracciare e di dominare l'universo.

Perry Hoberman Faraday's Garden

Da un artista da tempo interessato a dimostrarci come il nostro immaginario sia imbevuto di tecnologia, un'installazione composta da proiettori di diapositive, radio, fonografi, intrichi di fili elettrici, interruttori, prese: è un paesaggio elettrico quello che sta ammassato sul pavimento dell'installazione, un vero e proprio "Giardino di Faraday". Attraverso questi oggetti scorre tutta la storia del XX secolo, come un nostalgico e bizzarro viaggio nel tempo. Al nostro passaggio calpestiamo inconsapevoli dei dispositivi a pressione che attivano questi strumenti di comunicazione, che si animano e sembrano abitare una macchina vivente.

Giacomo Verde X - 8 X 8 - X

Un loop interattivo generato al centro di questa installazione e proiettato nell'ambiente da videoproiettori e da specchi, immagini si mescolano ad altre generate dal computer e a quelle di un sito web in cui le riflessioni sull'arte e la tecnologia si accompagnano alle informazioni sulle attività di organizzazioni non governative: l'interazione, prima di essere una caratteristica delle tecnologie digitali e un sentiero esplorato dall'arte, è una modalità dei rapporti sociali, la sostanza dell'esperienza umana.

Mostra a cura di: Romano Fattorossi, Ludovica Fonda | in collaborazione con: Regione Lombardia - Direzione Generale Cultura, Provincia di Milano Presidente: Ombretta Colli, Assessore Gianni Verga, Dirigente Settore Cultura: Giuseppe Manzoni, Dirigente U.O. Cultura 1: Massimo Cecconi, Dirigente U.O. Cultura 2: Angelo Cappellini| Organizzazione generale: Maddalena Pugno | Organizzazione tecnica: Cristoforo Massari, Mario Quadraroli | Segreteria organizzativa: Caterina Aurora, Lucia Cataldo | Supporto tecnico: Medialogo - Servizi audiovisivi | Ufficio stampa: Marco Piccardi, Pinuccia Merisio | A.I.A.C.E. - Invideo | Progetto di allestimento: Luciano Gatti | Allestimento: Colombo L.&C. | Pieghevole a cura di: Antonio Caronia | Graphic Design: Anne Makinen (AchilliGhizzardiAssociati) | Sponsor tecnico: JVC